
L'olio a Brisighella
Una storia che affonda le sue radici nella notte dei tempi
L'Italia è famosa nel mondo per grandi inventori, poeti e artisti; negli ultimi anni il made in Italy sta diventando sempre più un sinonimo di qualità, in particolare nel mondo della moda e in quello dell'industria agroalimentare. Formaggio, affettati, vini, pasta, pizza, mozzarella, gelati sono diventati portabandiera del tricolore nel mondo: fra questi prodotti d'élite, spicca l'olio di Brisighella.
La produzione di olio sull'appennino Tosco Romagnolo è tutt'altro che un evento estemporaneo: i primi reperti riguardanti la sua lavorazione a Brisighella risalgono al II secolo d.C. e sono tutt'ora visitabili alla "Pieve in Ottavo", a pochi Km da Brisighella, dove è conservata una rudimentale macina di pietra. Altre tracce più recenti sulla coltivazione dell'olio nella valle del Lamone risalgono al 1594, quando l'allora vescovo di Bertinoro, S.E. Andrea Giovanni Callegari riferendosi a queste terra, in una lettera asseriva che : “L'aria, l'acqua, li vini e l'olio e i frutti sono così buoni e saporiti che non hanno invidia a qualsiasi altra regione”.
Come sempre in queste situazioni, per riuscire a spiegare la qualità di un prodotto così di alto livello non esiste una formula matematica ma è piuttosto la combinazione di vari fattori che ne hanno determinato il successo. Fra questi i più importanti sicuramente sono il clima, il territorio e la pianta, il cui mix ha fatto di Brisighella la patria dell'olio nel mondo.
Infatti il clima che caratterizza il comune romagnolo è sostanzialmente un unicum a queste latitudini essendo molto più vicino al clima mediterraneo che tipico delle zone appenniniche del Centro Italia (300 Km più a sud): questo è dovuto principalmente al fatto che il posizionamento geografico con cui sono orientate le colline della valle del fiume Lamone, protegge i terreni dalla fredda Bora mentre favorisce la Corina, un vento notoriamente più caldo ed in grado di evitare pericolose gelate.
Brisighella si trova inoltre sulla vena del gesso Romagnola, i cui terreni argillosi incamerano il calore solare nei mesi estivi e poi lo rilasciano lentamente nell'ambiente circostante, aumentandone la temperatura durante il resto dell’anno.
La somma dell'effetto Corina e del gesso sulla valle del Lamone è straordinario: Brisighella è l’abitato dell'Emilia Romagna in cui è stata registrata la temperatura assoluta più alta di sempre*, dato controverso se si pensa che Brisighella è un comune semi–montano.
Per quanto riguarda la pianta dell'ulivo infine, le più diffuse sul territorio sono le Toscane, le Nostrane, le Ghiacciole e le Orfane.
A seconda del tipo di oliva utilizzato, vengono generati olii diversi, con differenti e variegate caratteristiche organolettiche e di acidità: sono naturalmente le Nostrane che hanno il miglior rapporto qualità/rendimento sulle terre argillose dell'appennino Tosco-Romagnolo e che hanno reso speciale l'olio di Brisighella.